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Aggiornamento: 5 ott 2021
Dopo aver sottoposto a disamina la cultura giovanile degli anni '70 ("Ecce bombo", 1978), il cinema cosiddetto impegnato ("Sogni d'oro", 1981), le basi della religione cattolica ("La messa é finita", 1985) e il sogno marxista ("Palombella rossa", 1990), con "La stanza del figlio" del 2001, Nanni Moretti volge un attento sguardo critico anche alla Psicoanalisi (in una rappresentazione forse oramai un po' antiquata e stereotipata, frutto di un fare e di un vivere per troppo tempo la psicoanalisi in modo un po' mortifero), scoprendone le falle, la crisi, i limiti, proprio attraverso i temi più cari alla stessa disciplina: il trauma, il lutto, l'impotenza, il vuoto, il dolore.
Ecco una splendida analisi di questo straordinario film da parte dello psicoanalista Sergio Benvenuto.
Intervista a Nanni Moretti sul film, condotta da David Grieco
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