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Jacques Lacan, Il seminario, Libro V (1957)

Inconscio, verità e rimozione


"In psicoanalisi, la rimozione non è rimozione di una cosa, ma della verità. Cosa succede quando si rimuove la verità? L’intera storia della tirannia è là per darci la risposta: si esprime altrove, in un altro registro, in un linguaggio cifrato, clandestino. Ebbene! È esattamente ciò che accade con la coscienza: la verità, rimossa, persisterà ma trasposta in un altro linguaggio, il linguaggio nevrotico. È più o meno a questo punto che non si può più dire che è il soggetto a parlare, ma si deve dire piuttosto “Esso” (cioè Es) parla, Es continua a parlare; e quel che succede è decifrabile per intero nella maniera in cui è decifrabile, vale a dire non senza difficoltà, una scrittura perduta. La verità non stata annientata, non è caduta in un abisso; è là, offerta, presente, ma diventata “incosciente”. Il soggetto che ha rimosso la verità non la governa più, non è più al centro del suo discorso: le cose continuano a funzionare da sole e il discorso si articola, ma fuori del soggetto. E questo luogo, questo fuori del soggetto è precisamente quello che viene chiamato inconscio."

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