top of page

M.Eagle: "Da Freud alla psicoanalisi contemporanea: critica e integrazione"


"E' uno di quei testi che permette di attraversare le implicazioni del pensiero psicoanalitico. (...) di quelli che, continuando a chiamarsi psicoanalisti, dicono alcune cose che è ancora tutto da verificare, se si tratti di psicologie altre e in che misura abbiano a che fare con la psicoanalisi. (...) E' uno di quei testi che permette di procedere per implicazioni di quello che dice. E quindi è un testo in cui l'aspetto didattico ha da addestrare di nuovo per quanto possibile il nostro mondo professionale a pensare in maniera scientifica." Pier Francesco Galli


Personalmente ritengo questo testo uno dei fondamentali, sia perchè Eagle è uno delle rare voci critiche e indipendenti rispetto alle correnti contemporanee (relazionali) del mondo psicoanalitico (ma anche collateralmente di altri orientamenti, dal biostistemico a quello costruttivista) che oggi vanno per la maggiore, sia perchè è uno di quei pochi autori che continua a vedere la psicoanalisi più come una scienza, e meno come una filosofia o un'arte totalmente soggettiva che sono in linea anche con la concezione culturale del post-modernismo e dell'ermeneutica secondo cui, in assenza di qualunque grado d'oggettività, non esiste più alcuna verità da cercare.


"E' vero che alcune posizioni contemporanee rappresentano una reazione a certe pratiche e atteggiamenti dogmatici e rigidi che venivano associati agli analisti classici. Tuttavia, come ha osservato Galli, l'attuale generazione di analisti ha sostituito certezze dogmatiche con incertezze relativistiche." M. Eagle


In tal senso Eagle, senza nulla togliere alle innovazione e alla ricchezza apportata dalle correnti relazionali (a cominciare dalla scuola ungherese e dagli interpersonalisti, fino ad arrivare a Mitchell e gli intersoggettivisti), ne ridimensiona criticamente gli assiomi e le concettualizzazioni (sottolineandone paradossi e contraddizioni), al fine di ridare più spazio a ciò che spesso, negli approcci odierni, sembra oramai dimenticato, ossia gli assiomi del pensiero freudiano, soprattutto in riferimento all'importanza (terapeutica ed esperienziale) dell'insight, nella sua esplorazione dell'inconscio per ricercare verità profonde nel paziente che "concordano con la realtà che in lui" (S.Freud, Introduzione alla psicoanalisi, Lez. 28, 1915-1917).


Sembra infatti che, perso il valore di una verità da ricercare, nelle teorie contemporanee non sia rimasto altro fattore terapeutico che la relazione con un terapeuta che, in linea con l'antica - ma ancora molto attuale - idea di esperienza emozionale correttiva (Alexander, 1946), possa, con la propria soggettività, colmare i deficit e le deprivazioni del paziente, grazie al proprio "amore" (Bach, 2006) empatico e filantropico. Già... un amore gratuito e sincero che trae origine però dalla lauta tariffa prevista per il terapeuta.


"Il trattamento analitico promette l'illuminazione attraverso la conoscenza di sè e la dissoluzione degli autoinganni e dei dogmi irrazionali, oppure offre l'amore e la comprensione che erano traumaticamente assenti nelle prime fasi di vita del paziente?" M. Eagle


Dunque il ruolo che ha avuto l'influenza della precarietà e del relativismo della cultura moderna sulla concezione contemporanea del trattamento psicoterapico è risultato pregnante così come è stato per l'impatto su altre discipline, unito al fatto che oramai è ben risaputo che ogni psicoterapeuta nella propria pratica clinica abbraccerà una o quell'altra teoria in base alla consonanza con i propri nuclei psicopatologici (vd ad esempio Greenberg & Mitchell, 1983, sulla scelta di una scuola di pensiero in base alla propria compatibilità personale con essa - come se l'una valesse l'altra indistintamente -).


Forse, come fu durante gli albori della psicoanalisi, sarà di nuovo soprattutto la realtà clinica a dimostrare la validità, la coerenza interna, l'efficacia terapeutica, e la spendibilità di una teoria rispetto ad un'altra, a fronte di ciò che si puo' ricavare anche dalla letteratura empirica.


"Sembra praticamente che ogni formulazione e principio fondamentale di ciò che una volta si ritenesse fosse la psicoanalitica, sia stato rifiutato o radicalmente svalutato dalle teorie psicoanalitiche contemporanee. (...) Anche se alcune delle formulazioni cliniche contemporanee possono essere utili e persino liberatorie, altre a mio parere, non promettono nulla di buono per il futuro della psicoanalisi. La psicoanalisi è afflitta da quello che si potrebbe chiamare il narcisismo della costruzione teorica: invece di correzioni e revisioni circostanziate misurate cumulative basate su dati clinici ed extraclinici, vengono proposte intere teorie e scuole che sono in competizione tra loro e mirano a soppiantare in toto altre teorie e scuole complete. Per di più queste teorie concorrenti sono relativamente indipendenti dall'evidenza empirica, sono organizzate intorno a figure carismatiche e hanno i loro propri istituti di psicoanalisi con la loro fedele schiera di seguaci. (...) Essi riflettono più le mode culturali che le evidenze convincenti. Queste sono modalità di funzionamento di partiti politici e movimenti religiosi e non dovrebbero riguardare una disciplina che ha come obiettivi la comprensione della natura umana e il trattamento della psicopatologia." M. Eagle


Qui di seguito il video integrale della presentazione del libro di M.Eagle organizzata dalla rivista "Psicoterapia e Scienze Umane" a Bologna il 13/04/2012.

282 visualizzazioni

Tags

NEWSLETTER!

Per ricevere una mail ad ogni pubblicazione di un nuovo articolo.

bottom of page